Ai primi del ‘900 sono solo le famiglie ricche, benestanti, quelle che nel periodo estivo si trasferiscono al mare o in campagna per lunghi periodi; sono le vacanze balneari descritte da Visconti in “Morte a Venezia” o quelle nella tenuta di Donnafugata del “Gattopardo”. Nel corso della prima metà del ‘900 questa abitudine si diffonde; le spiagge e i luoghi di villeggiatura in montagna si popolano, in estate, di famiglie della media borghesia; ma anche per operai, impiegati, lavoratori a basso reddito, tutti coloro che non possono permettersi il lusso di una vacanza completa, ci sono i treni organizzati dai “Dopolavoro” che consentono di trascorrere un “sabato fascista” al mare o ci sono i campi estivi per i più giovani. Il fenomeno diventa di massa dopo la seconda guerra mondiale; la rinascita postbellica, con i primi segni di benessere e la disponibilità di mezzi di trasporto, diffonde l’abitudine alla vacanza estiva e avvicina gli italiani al mare; e il cinema sempre attento ai  fenomeni sociali scopre questo nuovo set e vi ambienta le proprie commedie. Il mare diventa il luogo simbolo della vacanza, e la vacanza è, per definizione, un momento di svago e di spensieratezza, ancor di più se è la conquista di un popolo che sta uscendo a fatica dalle traversie e dalle privazioni della guerra. Con questo spirito il cinema affronta il tema delle vacanze estive al mare: le gite domenicali delle famiglie, gli incontri, gli amori, ma anche le avventure dei play boy nostrani, i vizi, le infedeltà; l'atmosfera di inusitata libertà di questo luogo spinge i personaggi ad uscire dagli abituali comportamenti di città e a cercare nuove esperienze; ma questa libertà, spesso, mette in luce gli aspetti più repressi e quindi quelli peggiori dell'uomo.

E’ “Il boom economico 

 

I primi sintomi di crisi”: la commedia spesso volge al dramma. Il boom economico è ormai alle spalle e l’acquisito benessere non è più l’obiettivo prioritario delle famiglie; il mare non è più, o non è più solo il luogo di villeggiatura e di divertimento, ma sovente diventa luogo di fuga e di rifugio; al mare si vivono storie drammatiche e si consumano tragedie. Il cinema registra questo cambiamento e i film si fanno più introspettivi evidenziando immaturità, disadattamenti, sbandamenti di una vecchia generazione che incomincia a perdere ideali; le vicende portate su questo set sono ora più intime, toccano situazioni di disagio personale: le crisi coniugali, le illusioni della maturità, i rimpianti, i divorzi, le fughe dalla realtà,... Le vacanze non sono più un momento di stacco dai problemi quotidiani, anzi li amplificano e li evidenziano.

 

“Le vacanze sexy”: la metà degli anni ’70 vede affermarsi un nuovo genere cinematografico, anche in considerazione del fatto che i rigori della censura si sono di molto allentati e il nudo sullo schermo è di fatto accettato o comunque tollerato; è la “Commedia sexy all’italiana”; “Italiana” perché elemento distintivo del genere è la tipicità italiana dei caratteri, delle situazioni, degli ambienti; “Commedia sexy” in quanto nella trama si mescolano due ingredienti: comicità e pseudoerotismo: la comicità è spesso grossolana e più o meno volgare; le scene sexy sono in genere situazioni grottesche in cui la protagonista è alle prese col maschio di turno. Alcuni di questi film trovano la loro ambientazione nelle vacanze al mare, anche se questa è solo un pretesto per mostrare allo spettatore le protagoniste a seno nudo o sotto la fatidica doccia. Spadroneggiano le attrici che hanno dato vita alla Commedia sexy: Edwige Fenech, Annamaria Rizzoli, Lilli Carati... Questa libertà dei costumi è una novità per lo spettatore che si scopre un po’ guardone…

 

“Le vacanze oggi”: sono trascorsi molti anni da quando gli italiani hanno “scoperto” le vacanze al mare; il tema è ormai sfruttato e i film più recenti spesso si trascinano stancamente tra infatuazioni da spiaggia e tradimenti, storie banali viste e riviste condite di volgarità e donne seminude, talune aimè anche un po’ datate; si direbbe che tutto ciò che il cinema poteva raccontare ed ambientare in questo breve periodo dell'anno è stato detto e visto. Le vacanze sono ormai prerogativa delle nuove, più giovani, generazioni; i registi che riusciranno a cogliere questi cambiamenti e gli attori che sapranno mettere in risalto le tipicità dei personaggi che la nuova società ha creato faranno ritrovare interesse a queste storie ambientate in estate e sulla spiaggia.