Nel 1959 il regista Alessandro
Blasetti firma un film documentario,
Europa di notte, in cui raccoglie numeri artistici tra i più belli
dei locali notturni di alcune grandi capitali europee: Parigi,
Vienna, Londra, Madrid.
Già in precedenza erano stati
realizzati documentari che mostravano aspetti particolari (luoghi,
tradizioni, curiosità,..) di varie parti del mondo, allo scopo di
divertire ed istruire lo spettatore. Ma l'aver portato sullo schermo
spettacoli di intrattenimento ed artisti internazionali di varietà
costituisce un fatto nuovo in quegli anni e ne determina un
inaspettato successo: il film è al secondo posto nella classifica
degli incassi dell'anno.
Sull'onda di questo successo
prende corpo un genere che nei successivi tre-quattro anni sforna
alcune decine di film ma che subisce una rapida evoluzione verso
realizzazioni più commerciali, spesso di qualità mediocre: da
documentario, apprezzabile, su attrazioni artistiche dei più
celebri locali notturni, si passa all'esibizione di numeri di
spogliarello e scene di nudo, sequenze sexy ingiustificabili senza
la motivazione del documentario, e successivamente, cavalcando il
voyeurismo di una parte degli spettatori, vengono sottoposti al
pubblico fatti e curiosità dal mondo, costumi e usi di paesi
lontani. Ma non è un ritorno al documentario 'prima maniera': le
scene (possono riguardare crude tradizioni tribali o
immagini di esseri umani sbranati da animali feroci o sequele di
esecuzioni con morti o episodi di violenza) sono crude, spesso
volutamente raccapriccianti, e la ricerca del sensazionale porta
addirittura taluni registi a realizzare le riprese in studio e a
spacciarle come autentiche.
Questa involuzione segnerà ben presto l’estinzione del genere, anche
se qualche film su questa tematica apparirà in maniera sporadica
negli anni ’70 ed ’80, con pellicole sempre più scabrose e di dubbio
gusto. Questo genere cinematografico è in genere chiamato "Mondomovie".
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