Il film del 1971,
proiettato in prima visione nel dicembre dello stesso anno, è
stato realizzato in contemporanea al Decameron di Pasolini. La
vicenda è liberamente tratta dalla commedia "La Betia" del
Ruzante e ambientata nel mondo contadino veneto del '500.
La bella e
sensuale Betìa non vuole sposare il goffo Zilio, ma Nale, suo
amante, la convince a farlo, assicurandole che ciò non cambierà
la loro relazione.
La Betìa sposa così Zilio; ma costui, a matrimonio concluso,
cerca di uccidere il rivale Nale con una coltellata.
Apparentemente morto, ma in realtà solo ferito, ripresosi
sorprende la moglie Tania fra le braccia del bracciante
Menegazzo. Alla fine la vicenda si conclude con un menage a
cinque: il resuscitato Nale, Zilio, Menegazzo e le due
insaziabili donne Betìa e Tania.
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