Su quale dei due fosse il titolo
originario si trovano notizie discordanti; che questo titolo fosse "In capo al mondo" si deduce sia da
un esame della locandina, ma sopratutto da un articolo apparso
su l'Unità del 18 marzo 1964 intitolato "Le rivoluzioni viste da Brass",
in cui si affermava: "....L'avvenimento cinematografico della settimana,
a Milano, è il film di un regista esordiente...che sta ottenendo un
brillante.... successo commerciale. Nei primi tre giorni, al Cinema
d'Essai di Milano, "Chi lavora è perduto" ha già incassato quanto in
sedici 'prima visione' a Venezia. Una cifra di quasi due milioni e mezzo
in così breve tempo non era mai stata ottenuta da nessuna opera prima
italiana. Tinto Brass può esserne contento; i censori che avevano
tentato di boicottare il film quando si chiamava "In capo al mondo" un
po' meno, anche se hanno contribuito essi stessi, in certa misura, a tale
risultato". |