La trama:
sullo sfondo di una Napoli angosciata, in attesa del
giudizio universale preannunciato da una voce misteriosa "
Alle ore 18 comincia il giudizio universale
", come in un "affresco michelangiolesco", si intrecciano e si
compongono una moltitudine di piccole vicende; una folla di
personaggi si muove e s'agita sotto l'influsso di quella voce
implacabile: c'è chi tenta di salvarsi denunciando i propri
peccati, chi si propone di rinunciare alle proprie vendette, chi
si dimostra incredulo, chi trova rifugio al terrore nella più
pazza spensieratezza. Piove a Napoli e questo sembra l'inizio di
un nuovo diluvio universale e rende l'atmosfera più cupa e
livida. Ma si tratta solo di un violento temporale che presto si
esaurisce; ritorna il sole e ciascuno riprende le vecchie
abitudini.
Un'opera complessa
ed ambiziosa, di vaste proporzioni e di difficile gestione dal
punto di vista scenografico e di regia, come appunto lascia
trasparire la definizione di "affresco michelangiolesco". I
personaggi e gli episodi che si susseguono evidenziano e
ridicolizzano le contraddizioni del mondo contemporaneo, anche
se queste denuncie e critiche sulla società contemporanea si
sperdono nei mille rivoli della rappresentazione quasi
carnevalesca della vita napoletana.
Nutrito il cast di
attori, tutti di prima qualità, ciascuno dei quali da vita ad un
siparietto; tra questi anche lo stesso De Sica nelle vesti di un
avvocato e lo straordinario Alberto Sordi, un "sordido"
trafficante di bambini acquistati per essere spediti in America.
Netta l'impronta di Cesare
Zavattini che attraverso l'assurdo e il grottesco denuncia e
critica gli errori e gli scompensi della società.