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La
Trama: una
povera vedova, Rosaria con i suoi quattro
figli lascia il paese della Lucania in cui è nata, per trasferirsi a
Milano, dove, con impieghi saltuari, vive il figlio maggiore, Vincenzo. Questi non può
fare molto per la famiglia, ma riesce ad introdurre i fratelli
nel mondo del pugilato. Simone, il più ambizioso, si dedica con
fervore alla nuova professione, ma dopo un promettente inizio,
finisce per frequentare ambienti poco raccomandabili; Rocco trova lavoro in una lavanderia; Ciro diventa un operaio specializzato;
Luca, il più piccolo, si industria per guadagnare anche lui
qualche soldo. Simone e, successivamente Rocco, hanno una relazione con
una donna, Nadia, una prostituta; Rocco vuole sposarla e i due fanno progetti di matrimonio. Ma anche Simone è
innamorato di Nadia, e avendola sorpresa col fratello, la
violenta, dopo aver picchiato selvaggiamente Rocco. Questi tronca
la relazione con Nadia e si dedica tutto al pugilato. Intanto i debiti e
gli imbrogli di Simone portano la famiglia sull'orlo del
fallimento e Rocco, per salvare la famiglia, accetta un contratto
propostogli da un impresario. Simone, giunto all'estremo
dell'abiezione, uccide Nadia e viene arrestato; Rocco va avanti
per la sua strada e diventa un pugile famoso.
Recensioni:
" Visconti ha
composto il suo romanzo cinematografico... allargando il
discorso de 'La terra trema' e formalmente discostandosene
nell'abbandono di molte preziosità plastiche e figurative. Opera
severa e possente, è stata tacciata da alcuni (la sequenza
dell'assassinio di Nadia, il ritorno di Simone e la
disperazione...) di troppo turgida violenza espressiva... ma
coloro che sono rimasti sgradevolmente colpiti dalle scene
troppo 'forti' dimenticano che i personaggi sono dei meridionali
e che sono colti nel climax della tragedia con quel tanto di
fosco e di struggente che esso deve comportare... E'
importante che con 'Rocco'... Visconti abbia raggiunto i
precordi degli umili... che abbia fissato per sempre un
momento della società italiana in evoluzione" [Pietro Pintus
- I Giorni, 20 settembre 1960].
"Fosco, vigoroso e chilometrico (melo)dramma popolare, in bianco
e nero, con cadenza da tragedia greca, ispirato a un romanzo di
Giovanni Testori, sceneggiato da un club di campionissimi,
ambientato in una Milano fredda e ostile, già trent'anni prima
di Bossi. Luchino Visconti calca un po' la mano nelle troppe
scene madri (quanti guai con la censura) ma sa dirigere gli
attori come pochi. Tanto è vero che perfino Alain Delon non è
mai sembrato così bravo" [Massimo Bertarelli - Il Giornale, 22
settembre 2001].
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