La
Trama:
Amerigo
Monti, figlio di Stefano, alla morte del nonno si trasferisce
dal podere di famiglia, 'La Viaccia', a Firenze per lavorare
nella bottega dello zio Nando. In una casa chiusa conosce Bianca; si invaghisce di lei
e per poterla frequentare sottrae dei
quattrini dal negozio dello zio che, accortosene, lo caccia via
da casa. Il ragazzo torna
alla Viaccia ma il padre, venuto a conoscenza della cosa, lo
scaccia via; il giovane tornato a Firenze continua a
frequentare stabilmente Bianca finchè la tenutaria della casa
gli affida l'incarico di proteggere le sue ragazze. Il legame
con Bianca gli è però fatale: geloso di un assiduo cliente della
ragazza, durante un litigio viene accoltellato. Ricoverato in
ospedale, ferito gravemente, fugge per andare a trovare la
sua donna; gli dicono che è partita e ad Amerigo, morente,
non resta che ritornare alla Viaccia.
Recensioni:
"Il film trae ispirazione
da un episodio del romanzo 'L'eredità' di Pratesi che si
svolge alla fine dell'Ottocento. Una estrema cura, che raggiunge
talora la raffinatezza è stata messa nella ricostruzione
ambientale, come nella fotografia, ricca di morbide sfumature.
Manca però un approfondimento psicologico dei personaggi e una
compiuta linearità del racconto che si svolge a tratti nella pur
efficace descrizione della vita dura, avara e disperata dei
contadini, mentre si attarda altre volte sulle vicende
sentimentali del protagonista, con accenni a situazioni inserite
senza una precisa necessità. Dignitosa è la recitazione che si
avvale di un piacevole accento toscano, e assai funzionale la
musica. Nel complesso non si può misconoscere l'impegno del
regista nel tentativo di narrare una suggestiva vicenda, che
però troppo sovente si risolve in un freddo estetismo" [Segnalazioni cinematografiche, vol. 50, 1961].
"Elegante, per non dire raffinato, melodramma
social-sentimentale in bianco e nero di Mauro Bolognini,
sceneggiato fra gli altri da Vasco Pratolini, che ci mostra una
Firenze lontana dalle cartoline illustrate. L'ardore dei due
protagonisti ravviva una storia che rischia continuamente di
afflosciarsi per mancanza di pathos. La Cardinale è così bella
da sembrare finta" [Massimo Bertarelli, Il Giornale, 24
giugno 2000]
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