La trama:
capocomico di una scalcinata compagnia di guitti, Gino
Pistone (Tognazzi) batte i teatrini di provincia con
scarsa partecipazione di pubblico. La prim'attrice, la
sua amante Sandra, un giorno, stanca di tirare la
cinghia, lo abbandona e la compagnia si scioglie. Si
riforma quando Pistone, accarezzata l'idea di far
rivivere sul palcoscenico la vicenda di Mussolini e di
Claretta Petacci, scrive e allestisce un drammone
politico-sentimentale che riesce, finalmente a riempire
le platee. Coinvolta nuovamente Sandra, nella parte di
Claretta, Pistone arriva di tappa in tappa nel cuore
della Romagna rossa. Qui le cose si mettono male: sui
malcapitati attori non piovono applausi, ma uova e
pomodori. Alcuni buontemponi, inoltre, giocano un brutto
scherzo a Gino e a Sandra, fingendo, dopo averli rapiti
nel bel mezzo di una rappresentazione, di volerli
fucilare come avvenne a Dongo, a Mussolini e a Claretta.
Voleva essere uno scherzo ma Pistone, che aveva
affrontato l'esecuzione con fierezza, si vendica degli
sghignazzanti burloni facendoli precipitare in un
burrone.