La Cinematografia romana

Quattro passi tra le nuvole è considerato  uno di quei precursori che, infrangendo le regole del passato, anticipano la nuova corrente neorealista.

Cesare Zavattini, coautore del soggetto e della sceneggiatura, conduce una serrata critica ai severi dettami del regime, secondo cui niente della vita pubblica e privata degli italiani andava discusso, poiché tutto a priori era perfetto; invece in ogni angolo inquadrato dalla cinepresa, perfino nei moderni interni cittadini, non c'è che caos e disordine. Poi la vicenda esce dalle mura domestiche e spazia nel mondo contadino portando sullo schermo il paese reale.

 

 

 

 

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Quattro passi fra le nuvole (1942)

 

Regia: Alessandro Blasetti

 

 

Revisione Cinematografica:

- Nulla Osta rilasciato il 28 dicembre 1942 dal Ministero della Cultura Popolare del Governo fascista

- La seconda revisione, a guerra conclusa, è del 30 giugno 1947, con la Nota: "Pellicola già approvata".

 

La Trama: Paolo Bianchi, un commesso viaggiatore sposato con figli, incontra in treno una ragazza sedotta da un uomo che l'ha poi abbandonata; ritorna dai suoi genitori in campagna ma ha timore di confessare loro la sua sventura e prega lo sconosciuto di accompagnarla e di presentarsi, soltanto per qualche ora, come suo marito. Il giovane, mosso a pietà dall'angoscia della ragazza, acconsente ma l'artificio non regge. Il marito improvvisato dopo poche ore di vita irreale, costruita dal sogno e dalla pietà, se ne torna alla sua casa e alla vita di ogni giorno, riuscendo però a far perdonare la figlia dai genitori.