La storia è abbastanza comune nell'Italia del dopoguerra e il regista, coadiuvato da Cesare Zavattini per la sceneggiatura, trae spunto da questa per immergersi nel mondo del proletariato urbano che, con sacrifici, cerca di migliorare la propria condizione sociale. L'avventura dei due giovani sposi è certamente illegale e presenta dei rischi: per comprare il materiale occorre fare dei debiti e non c'è certezza che tutto corra liscio; e infatti il primo tentativo di costruire la casetta fallisce e i due devono tentare una seconda volta, in un'altra zona. Qui, per aiutare i due, si forma una catena di solidarietà tra poveri, i nuovi vicini, gli amici muratori, i parenti con cui in precedenza c'erano stati degli screzi. Il tentativo quasi riesce e anche il vigile decide di aiutarli a realizzare il loro sogno.
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