Saturnino (Nino) Manfredi nasce a Castro dei Volsci (Frosinone) il 21 marzo 1921. Laureatosi in legge, senza mai esercitare la professione, contemporaneamente si diploma all'Accademia d'arte drammatica di Roma. Le sue prime esperienze artistiche sono teatrali: lavora nella compagnia Maltagliati-Gassman affiancato da Tino Buazzelli, e in questo periodo (1949-52), trascorso al Piccolo Teatro della città di Roma sotto la guida di quello che lui considera suo maestro, il regista Osvaldo Costa, professore dell'Accademia, ha modo di perfezionare non soltanto la recitazione, ma anche la mimica e la funzione espressiva del corpo.

Abbandonata la prosa, Manfredi si concentra maggiormente nel varietà radiofonico, come interprete di sketch comici con colleghi quali Paolo Ferrari, Paolo Panelli, Elio Pandolfi, Gianni Bonagura, dove, azzeccando alcune macchiette ("il sor Tacito", "Albertino, povero cocco") raggiunge una certa notorietà. Anche, o sopratutto, sulla base di tali esperienze Manfredi viene gradualmente accentuando la sua propensione a scivolare nel dialetto, quello ciociaro delle proprie origini, come strumento più immediato per veicolare una comicità allusiva e sorniona che più sente propria e che lo avvicina al suo pubblico.

Arriva al Cinema "comico" per gradi, partendo da film musicali/sentimentali in chiave napoletana (Monastero di S. Chiara, 1949; Simme 'e Napule paisà o Anema e core, 1952) e passando poi ad una commedia più popolare, seguendo quelle trasformazioni del cinema italiano che dal neorealismo dell'immediato dopoguerra portarono alla commedia all'italiana. In questi primi film della sua carriera, Lo scapolo di Antonio Pietrangeli (1955), Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo di Mauro Bolognini e Tempo di villeggiatura di Antonio Racioppi (1956, Susanna tutta panna di Stefano Vanzina (1957), recita parti secondarie, tantè che sul materiale pubblicitario prodotto, locandine o manifesti, spesso non compare l'immagine o il nome del giovane attore, a beneficio di attori già noti e più affermati (De Sica, Sordi, Fabrizi, ...). Il primo film di un certo rilievo è Gli innamorati di Mauro Bolognini (1956), a cui segue Guardia, ladro e cameriera di Stefano Vanzina (1958) e  Camping (1958), prima regia di Franco Zeffirelli; in questi, con piccole variazioni, Manfredi è un giovane, piccolo borghese o bonario popolano, con un fondo di sana furbizia, innamorato spesso sfortunato, che quasi sempre, da spalla del protagonista, riesce a far ridere ironizzando sugli altri e su se stesso. Sempre nel 1958 Manfredi raggiunge sullo schermo una piena visibilità con Venezia, la luna e tu, di Dino Risi, in cui è interpreta Toni, innamorato senza speranza di Marisa Allasio, fidanzata del gondoliere Alberto Sordi. Seguono film di un certo successo: L'audace colpo dei soliti ignoti di Nanni Loy (1959), Crimen di Mario Camerini (1960), Il carabiniere a cavallo, di Carlo Lizzani (1961) e due pellicole meno facili, A cavallo della tigre di Luigi Comencini (1961) e Anni ruggenti di Luigi Zampa (1962), che inserivano nell'abituale filone comico notazioni e riflessioni più approfondite su tare e difetti della società italiana.

Ormai Manfredi viene considerato uno dei migliori interpreti del Cinema italiano e ciò gli consente di ampliare i propri ruoli, superando quella che era una comicità più diretta, arricchendoli di sfumature e complessità e rappresentando spesso l'italiano medio e talvolta mediocre, con i suoi difetti tipici; ma mai rinunciando a strizzare l'occhio al suo pubblico, accettando raramente personaggi privi di umana simpatia [non credo che avrebbe accettato il ruolo del "trafficante di bambini" odioso personaggio interpretato magistralmente da Alberto Sordi in Il giudizio universale di Vittorio De Sica (1961), film in cui Manfredi appare in una piccola parte da "cameriere" n.d.r.]. Gli anni Sessanta sono stati molto prolifici: lavora con alcuni fra i migliori registi italiani del momento, come protagonista o comprimario, spesso in film a episodi, partecipando in molte occasioni anche alle sceneggiature. E' un piccolo approfittatore amato dalle donne e sempre pronto a tradirle con Antonio Pietrangeli in La parmigiana (1963) e in Io la conoscevo bene (1965); un marito sui generis, qualche volta fedifrago, spesso migliore di quel che non appaia con Gianni Puccini nell'episodio E vissero felici de I cuori infranti (1963); un marito sospettoso e geloso della moglie con Franco Rossi nell'episodio: Scandaloso di Alta infedeltà (1964);è con Dino Risi nell'episodio La telefonata in Le bambole (1965). Proprio Risi sa meglio di altri utilizzarlo riportandolo a una comicità meno "popolana" ma non per questo meno coinvolgente: Operazione S. Gennaro (1966) e Straziami ma di baci saziami (1968) e Vedo nudo (1969),sette episodi tutti interpretati da Manfredi, in cui si raccontano vizi, manie e paradossi erotici nell'Italia degli anni '60.

Nel 1971 torna alla regia con Per grazia ricevuta (ha già diretto nel 1962 un episodio di L'amore difficile) storia del giovane Benedetto Parisi che vede tutta la sua vita condizionata dall'essere stato "miracolato" da bambino, essendosi salvato da una rovinosa caduta. Il tema di fondo, affrontato in forma di racconto popolare, è quello del rapporto di un'anima semplice con una religiosità divenuta bigottismo, superstizione, fobia sessuale; ne scaturisce una profonda e dolente riflessione sul rapporto tra l'individuo e i condizionamenti socio-culturali, certamente di natura autobiografica, che mantiene il film in una dimensione astratta e sospesa. Tutto ciò riuscendo a trattare questo argomento così delicato e difficile restando "la maschera popolare" che jl suo pubblico si aspetta. Il film gli valse il David di Donatello 1971 per la Regia e David speciale a Nino Manfredi, premio per la migliore opera prima al XXIV Festival di Cannes e due Nastri d'argento.

Dal 1972 l'attività cinematografica di Manfredi comincia a diradare, alternando pellicole più commerciali a prove ancora importanti. Tra i film più significativi occorre ricordare Le avventure di Pinocchio di Luigi Comencini e Girolimoni di Damiano Damiani (1972), Pane e cioccolata di Franco Brusati e C'eravamo tanto amati di Ettore Scola (1974) ed ancora Brutti sporchi e cattivi di Ettore Scola (1976); in quest'ultimo, in particolare Manfredi ricopre un ruolo decisamente negativo a Lui non abituale: l'orribile vecchio patriarca Giacinto, che governa con ferocia la sua altrettanto orribile famiglia.

A sè stante la serie storica di ambientazione romana e papalina con la direzione di Luigi Magni: Nell'anno del Signore (1969), In nome del papa re (1977) e In nome del popolo sovrano (1990), in cui pur con una certa ripetitività Manfredi interpreta il popolano romano bonario ma al tempo stesso arguto e colto che trova in Ciceruacchio la sua figura più rappresentativa.

Manfredi muore a Roma il 4 giugno 2004.

Per una filmografia completa e un'esaustiva raccolta di dati biografici [55].

Nella scheda di ciascun film è riportata una breve trama, generalmente estratta da [6].