Neorealismo e dintorni |
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Manifesto 50x70
Le critiche contemporanee furono estremamente positive; oltre quella riportata a lato di Filippo Sacchi, segnalo la seguente:
“ Fra tanti film strombazzati prima di nascere, eccone uno anonimo, inavvertito, senza lustri di grandi firme e di stelle che si scopre di colpo per un capolavoro del nostro cinema. Ha avuto la preziosa collaborazione del Centro cinematografico della Marina; gli interpreti sono gli ufficiali, i sottufficiali e l'equipaggio di un nostro sommergibile da grande crociera; hanno partecipato ai vari episodi della vicenda 24 sommergibilisti del primo Gruppo, quattro squadriglie Mas della sesta flottiglia, due squadriglie di idrovolanti da ricognizione, le navi di salvataggio Titano e Ciclope, il pontone da sollevamento Anteo ” [Mario Gromo - La Stampa ... 1941].
Più critico il giudizio di Giuseppe Rausa: " La pellicola utilizza attori non professionisti (marinai e ufficiali autentici) ed e' una narrazione corale e semidocumentaristica. Rispetto alla produzione prevalente negli anni trenta, estremamente artificiosa sia nelle commedie popolari, sia nei polpettoni storico-patriottici, si affaccia un nuovo realismo, più sobrio e verosimile. L'ideologia, ovviamente, attraversa ogni immagine del film di De Robertis, ma lo fa con più discrezione, senza troppa, fastidiosa enfasi. Questo modesto film segna una svolta epocale nel cinema italiano (il celebrato Neorealismo postbellico in realtà incomincia qui per ciò che riguarda il tipo di scrittura), quasi che la società, resasi conto di essere a un momento decisivo della sua storia, decidesse anche nel racconto filmico di accantonare le sciocchezze favolistiche per passare ad occuparsi della realtà in corso. Il nuovo, maturo realismo invita tutti a un maggiore impegno, a un porre in atto quel senso di comunione nazionale tanto propagandata dal regime e che ora affronta, per la prima volta, la dura prova dei fatti " [25].
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Uomini sul fondo (1941)
Regia: Francesco De Robertis
E' il primo film del regista De Robertis, direttore del Centro Cinematografico del ministero della Marina ed ufficiale della stessa; lascerà la Marina Militare con il grado di Capitano di Fregata nel 1949.
La trama: il film "descrive la vita che si svolge a bordo di un sommergibile. Partito dalla base per una breve crociera la navigazione avviene regolarmente; con disciplina e con fervore i marinai attendono alle manovre. Al calar del sole altri sommergibili e navi rientrano alle rispettive .... Ma per il sommergibile che naviga sorgono ore drammatiche; urta contro la chiglia di una nave. Un largo squarcio si produce nel suo fianco e non può più emergere... Si apprestano tutti i soccorsi per strappare alla morte gli uomini. Aeroplani, palombari, torpediniere, mas, pontoni di sollevamento e navi di salvataggio accorrono sul luogo del disastro. I prigionieri dello scafo sommerso vivono ore di ansia mortale, come le vivono i familiari a terra. Ma il salvataggio è compiuto. Gli uomini e il sommergibile risalgono alla superficie e rientrano alla base fra la gioia dei marinai di tutte le navi e dei familiari, mentre la bandiera si issa a mezz'asta perchè un marinaio ha dato la sua vita sacrificando eroicamente sè stesso per salvare il sommergibile e i compagni" [www.italiataglia.it -Descrizione del Soggetto n.protocollo 31237].
Francesco De Robertis è stato un regista molto attivo durante il fascismo, sopratutto nel periodo bellico, e finita la guerra entra a far parte del movimento del cinema neorealista, di cui viene considerato un precursore. Se infatti il Neorealismo non fu solo un movimento di rinnovamento politico e sociale del paese dopo la guerra, ma anche un rinnovarsi di tecniche cinematografiche, questo " primo lungometraggio d'ambiente marinaro appare come un'autentica rivelazione ..... per il taglio documentaristico del racconto, che descrive con grande verismo uomini, ambienti e situazioni. (E il regista) merita un posto d'onore tra i predecessori del cinema neorealistico per la sobrietà del suo approccio semi documentaristico, la rinuncia alla retorica militare, il sagace impiego degli attori non professionisti – tutti marinai della Marina – l'uso espressivo del montaggio cui probabilmente non fu estranea la lezione del cinema sovietico muto e del documentarismo britannico degli anni '30 " [Filippo Sacchi - Corriere della Sera ... 1941];
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