Neorealismo e dintorni

Rossellini prima impegnato in film di propaganda fascista, abbraccia la poetica Neorealista e realizza questo film che viene generalmente considerato come il capolavoro e simbolo del Neorealismo.

La trama: durante l'occupazione nazista di Roma, la polizia tedesca è sulle tracce dell'ingegner Manfredi, capo di un manipolo di partigiani. Fuggito in tempo ad una perquisizione nel suo appartamento e ad una retata in cui la gestapo arresta il suo amico tipografo antifascista Francesco, egli trova rifugio a casa di don Pietro, un parroco di periferia attivo nella lotta contro i nazisti. Ma a seguito di una delazione l'ingegnere e il prete vengono arrestati. Sottoposti a torture per costringerli a rivelare i nomi dei loro compagni, i due resistono e, mentre il giovane perde la vita sotto tortura, don Pietro viene condannato alla fucilazione.

Il film si ispira ad un fatto di cronaca realmente accaduto nel periodo in cui, caduto il fascismo, Roma attendeva l'arrivo delle truppe alleate: un prete di borgata, don Morosini, ucciso dai nazisti nel 1944. Questo spunto viene immerso in una vicenda corale che vede Roma e la sua gente prendere coscienza della lotta armata partigiana contro i nazisti; questa lotta supera gli schieramenti e le ideologie: c'è un intellettuale comunista mosso dagli ideali, un prete di quartiere che per carità cristiana aiuta gli oppressi, una popolana che spontaneamente si ribella; tutti affrontano un comune percorso di morte, indipendentemente dalle diverse convinzioni politiche, ma uniti dall'anelito della resistenza; gli italiani rifiutano il fascismo e il nazismo, ma non per scelta politica quanto piuttosto per scelta morale.

Il registra mostra la realtà così come essa doveva mostrarsi quotidianamente, riprendendo dal vero, senza approntare alcuna scenografia e senza tralasciare alcun particolare; sono d'altronde passati pochi mesi dalla Liberazione e la città distrutta, moralmente e fisicamente, è lo scenario reale e ideale per questa vicenda. Questi gli elementi innovativi che hanno portato i critici a far coincidere l'inizio del Neorealismo con l'uscita della pellicola di "Roma città aperta"; in realtà il film contiene alcuni aspetti tradizionali che contraddicono quelli che saranno i rigidi canoni neorealistici: ci sono due attori di comprovata esperienza, la Magnani e Fabrizi, e alcune scene particolarmente importanti sono state "costruite" per enfatizzarne il carattere drammatico (in particolare le scene della morte di Pina, la compagna del tipografo Francesco). Ma a parte queste "libertà" Rossellini ha tracciato la strada lungo cui si muoverà il nuovo cinema e che lo stesso regista seguirà nei film successivi, Paisà e Germania anno zero: attenzione alla gente comune, agli umili, ai disperati, descrizione imparziale, quasi cronachistica, della realtà, recupero della convivenza sociale e dei valori morali assopiti davanti agli orrori della guerra.

 

Roma città aperta (1945)

Regia: Roberto Rossellini

Manifesto 70x100

Il manifesto è relativo ad una riedizione del 1949 distribuita dalla Parvo film. La Parvo film fu una emanazione della San Paolo film, costituita nel 1948 per convertire da 35 a 16 mm il formato delle pellicole cinematografiche e curarne la distribuzione; questo formato permetteva infatti di sfruttare più a lungo un film e in maniera più capillare grazie alla maggiore facilità di costituire sale di proiezione con proiettori a passo ridotto (ad esempio le sale parrocchiali). La Parvo film ebbe vita breve, fu chiusa nel 1955.