Neorealismo e dintorni

Cuori senza frontiere (1950)

 

Regia: Luigi Zampa

 

 

 

Manifesto 70x200

 

 

 

 

 

Foto 35x50

 

 

 

 

 

Locandina 33x70

 

La trama: un piccolo paese del Carso, presso Gorizia, sta per essere diviso in due dalla “linea bianca”, la linea di frontiera fra Italia e Jugoslavia tracciata da una commissione internazionale creata a seguito del Trattato di Pace e agli accordi del 9 agosto 1947. Questa linea, impietosamente, divide la chiesa dall'oratorio, la stalla dai campi, un campo di bocce a metà. Entro la mezzanotte gli abitanti devono decidere se essere italiani o jugoslavi, se stare da una parte o dall'altra. Ma i bambini del paese non si rassegnano a questa divisione e fanno sparire uno dei paletti di demarcazione. Questo episodio viene ingigantito; ciascuna delle due parti accusa l'altra di voler modificare a proprio vantaggio i confini e il clima di tensione generato culmina in una sparatoria, in cui uno dei bimbi viene gravemente ferito. Nella generale commozione le guardie di frontiera lasciano passare il camion che porterà il bambino all’ospedale di Gorizia; ma il bimbo morirà e la linea bianca, inesorabilmente, andrà avanti “… per nazioni intere su fino al nord, fino a dividere un continente dall’altro”

 

Il film è ambientato in un piccolo paese che, dopo la seconda guerra mondiale, viene suddiviso in due dal nuovo confine tra Italia e Jugoslavia; probabilmente il tema è stato suggerito al regista dalla divisione in due settori del cimitero di Gorizia. Germi con questa pellicola denuncia l'assurdità della ridefinizione di questi confini, fatta a tavolino, e quindi senza tenere in alcun modo conto delle esigenze della popolazione. Il titolo provvisorio del film "La linea bianca" avrebbe rappresentato meglio questa problematica.

Nella pellicola si sovrappongono due percorsi narrativi: uno è prettamente Neorealista, con una descrizione documentaristica della vicenda, una ambientazione fedele e uno scrupoloso rispetto degli avvenimenti storici; il film fu girato sul Carso, territorio conteso in questa disputa, paesaggio aspro e roccioso, che sottolinea efficacemente la drammaticità degli avvenimenti. La popolazione prima unita viene a forza divisa e questo fa nascere disperazione, contrasti, crisi di identità che assumono valore universale, travalicando i confini del piccolo paese. A ciò si sovrappone il percorso più personale e sentimentale dei personaggi; sopra tutti questo bambino che, nella sua ingenuità, vuole opporsi a qualcosa di molto più grande di lui e fa sparire uno dei pali di demarcazione del confine. La conclusione tragica è scontata.

 

 

 

 

 

 

 

Foto 35x50