Neorealismo e dintorni |
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Domenica d'agosto (1950) Regia: Luciano Emmer
La trama: si può considerare questo il primo film che "celebra" le vacanze al mare degli italiani. E' il 7 agosto, domenica, e da Roma una folla di personaggi si dirige, con ogni mezzo, verso i lidi di Ostia. C'è un ragazzino con il fratellino sulla canna della bicicletta, una ragazza che, corteggiata da un giovane che si finge benestante, accetta il suo passaggio in auto, i nobili con le cabine e il pranzo al ristorante, i meno abbienti con una vecchia Topolino ripiena di oggetti e vettovaglie. C’è anche chi rimane in città a lavorare e chi non può permettersi di andare fino a Ostia: un vigile non vuole lasciare la fidanzata in procinto di licenziamento, alcuni bambini fanno il bagno in una fontana e rapinatori scalcinati stanno organizzando un furto. Nel breve arco della giornata tutte le vicende vanno a conclusione: i rapinatori sono arrestati, la serva è licenziata, un ragazzo e una ragazza, che si erano spacciati come benestanti, scoprono la loro appartenenza a umili famiglie borghesi , la ragazza dell'auto si accorge che il fidanzato non è ricco e che voleva solo sfruttarla, una ricca signora vede andare a fuoco il suo appartamento, ecc. ecc.
Locandina 33x70
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Da una recensione di Gordiano
Lupi
[15]: "Nel
film c’è molto di più che un rapido alternarsi di storie montate
con sapienza narrativa. Luciano Emmer stigmatizza il sogno dei
poveri di evadere dalla miseria, la vergogna di confessare
un’estrazione sociale modesta, la grettezza dei ricchi e la
stupidità dei nobili. Il regista ironizza ferocemente sul mito
della ricchezza e idealizza la vitalità della povera gente,
capace di inventare il quotidiano.
Manifesto 100x140
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