Neorealismo e dintorni

 

 

Manifesto 100x140 e Locandina 33x70

 

Achtung banditi (1951)

 

Regia: Carlo Lizzani

 

La trama: un gruppo di partigiani liguri vogliono prelevare armi da una fabbrica, a Genova, presidiata dai tedeschi, ma giunti in prossimità del loro obiettivo trovano gli operai in fermento. La fine della guerra è vicina e i tedeschi vogliono smontare tutti i macchinari per spedirli in Germania; gli operai si oppongono e cercano di ritardare con uno sciopero le operazioni. Infiltratisi in fabbrica i partigiani riescono ad impadronirsi delle armi, le distribuiscono agli operai ed insieme si scontrano con i tedeschi; questi "banditi" subiscono però forti perdite, nonostante la popolazione cerchi di aiutarli occupandosi dei feriti. Provvidenzialmente interviene una brigata di Alpini che mette in fuga i tedeschi; la fabbrica è salva e i partigiani, con nuovi compagni, operai ed alpini, e le armi ritornano in montagna.

 

Il film risente ampiamente dei dettami della corrente neorealista; innanzitutto gli attori: le scene corali, di massa, sono state girate nei giorni festivi consentendo la partecipazione di attori non professionisti, gente del popolo, operai, contadini, impiegati, ad eccezione dei due attori principali Gina Lollobrigida e Andrea Checchi, le cui interpretazioni sono comunque schive da ogni divismo;  l'ambientazione è tutta in esterni, tra le montagne genovesi, rioni popolari, la periferia industriale di Genova in cui si svolge la battaglia tra tedeschi e partigiani; la trama è scorrevole, senza toni drammatici, le scene più brutali sono raccontate e non girate per essere mostrate, lo stile è sobrio e i mezzi impiegati per la realizzazione del film sono minimali; Lizzani, nonostante la sua appartenenza politica di sinistra, evita ogni professione ideologica e qualsivoglia enfasi epica; i partigiani, forse per la prima volta, sono mostrati nelle loro umanità, privi di ogni eroismo poetico; il regista, raccontando un episodio autentico della resistenza, dà al film un taglio di realismo storico.