Neorealismo e dintorni

La trama: quattro sbandati fanno una rapina allo stadio portando via tutto l'incasso di una partita di calcio. Inseguiti dalla polizia riescono a dileguarsi e le loro storie si dividono: due faranno una brutta fine, gli altri saranno arrestati.

 

Il rapporto tra Pietro Germi e la corrente neorealista è stato sempre difficile da individuare e controverso. Il regista ha più volte espressamente dichiarato di non essere un Neorealista, non condividendone alcuni dei dogmi; ma alcune delle sue opere,  Gioventù perduta (1947), In nome della legge (1949) e soprattutto Il cammino della speranza (1950) sono state da più critici considerate come significative di un Realismo prima agli albori, successivamente più consolidato nei suoi canoni estetici.

 

Il film subisce la stroncatura di Guido Aristarco, guardiano del dogma neorealista: "...Il film... rimane decisamente sbagliato; fenomeno piuttosto significativo qualora si pensi che Pietro Germi andava di film in film migliorando e approfondendo particolari problemi umani, tesi sempre più impegnativi. Con ogni probabilità il risultato negativo va ricercato nel fatto che La città si difende è prodotto dalla Cines, cioè da una casa statale e pertanto più propensa a realizzare pellicole antirealistiche, pseudo sociali o così dette divertenti, che a carattere avanguardistico, cioè aderenti a umani problemi, a interessi vivi e attuali " [Guido Aristarco -Cinema n. 75, 1 dicembre 1951].

 

Più complessa la valutazione di Vito Attolini [52] che, pur evidenziando la forte influenza sul regista dei film realistico- polizieschi americani, riconosce alla sua opera un sapore di Realismo: " Il neorealismo ... era stato in gran parte cinema cittadino per eccellenza, avendo proposto all'attenzione del pubblico una realtà urbana in cui la macchina da presa, spesso per la prima volta, si era aggirata per scoprirne gli angoli più nascosti. Spesso però la città era poco più che uno sfondo ambientale. Quella di Germi vuole essere invece la protagonista di un episodio che vede compromesse le basi del suo ordinato assetto da quei fenomeni di delinquenza in cui sullo sbandamento del dopoguerra si profilavano i primi segnali di una nuova criminalità"; argomento questo già evidenziato in Gioventù perduta.

 

 

 

 

 

 

 

La città si difende (1951)

 

Regia: Pietro Germi

 

 

 

 

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