La macchina ammazzacattivi (1952)
Regia: Roberto Rossellini
Girato nel 1948 ed uscito nel
1952, La macchina ammazzacattivi segnò un momento
di transizione nella carriera di Roberto Rossellini. La sua
visione del realismo come espressione artistica della verità
indusse il regista ad allargarne i limiti fino ad includere
nuovi approcci stilistici e La macchina ammazzacattivi
gliene fornì l'occasione: ritrarre la realtà con la
spensieratezza e la fantasia della commedia dell'arte anziché
con le sobrie rappresentazioni tipiche del Neorealismo. Tuttavia
questo slittamento stilistico non significò per Rossellini un
abbandono dell'impegno sociale proprio del Neorealismo, ma un
modo innovativo di rappresentarlo. In un villaggio di pescatori
sulla Costiera Amalfitana, ai confini della modernità , ove è
girato il film, egli trovò lo spirito della commedia fantastica
ed il corretto contesto narrativo; ma piuttosto
che incarnazione di un idilliaco mondo bucolico, il villaggio
del film fu caratterizzato sopratutto da meschinità e crudeltà
associate ai mali del tempo: belligeranza fascista e avidità
capitalista. Sotto le sembianze della giocosità, in questo film
Rossellini ritrasse la vita rurale rivelandone gli aspetti
deleteri di
"un mondo moderno ove è ormai impossibile distinguere tra un
santo ed un diavolo".
Da
un'intervista al figlio Renzo Rossellini: " Per mio padre questo
film segna un momento importante del suo impegno di regista.
Esso rappresenta il confine tra il neorealismo di prima maniera
e la fase successiva a cui lui si dedicò con altrettanta
passione e altrettanto impegno. Era importante però, per mio
padre, affacciarsi alla fase successiva del suo lavoro senza
sbattere la porta troppo violentemente..., era necessario
prendere tempo per far maturare questo passaggio... Il cinema
diventava adulto, bisognava pensare a progetti nuovi. Per questo
ha voluto fare La macchina ammazzacattivi, una
favola di pura fantasia tratta da un testo di Eduardo de
Filippo…, un lavoro metaforico senza il quale probabilmente non
avrebbe lavorato ad altri soggetti…, una delle sperimentazioni
più stravaganti e ardite dell’epoca, un film sull’ideologia e
un’acuta riflessione sul labile confine tra buoni e cattivi, ma
soprattutto un importante punto di svolta, spesso ignorato,
della ricerca critica ed estetica di Roberto Rossellini ".