I film di Pier Paolo Pasolini

Salò o le 120 giornate di sodoma (1975)

 

Regia: Pier Paolo Pasolini

 

Sceneggiatura: Sergio Citti, Pier Paolo Pasolini

 

Trama: i fatti si svolgono in due località, nella Salò dove Mussolini fece la sua ultima tappa (1944-45) e a Marzabotto dove i nazisti uccisero gli abitanti di un intero paese. Il filo conduttore è quello di De Sade: quattro 'Signori', fascisti di quel tempo, ma particolarmente colti, capaci di leggere Nietzsche e di citare Baudelaire, organizzano prima dei rastrellamenti e rapimenti di ragazzini e ragazzine e poi, coadiuvati da giovani militari fascisti, organizzano in una villa appartata tremende feste, uccidendo infine tutti. Ciò avviene nell'arco di tre giornate, attraverso una struttura infernale dantesca, durante le quali questi 'signori' con indicibili sevizie riducono a 'cose' delle vittime umili. La vicenda è narrata da tre meretrici  ingaggiate per raccontare le loro perversioni sessuali,  storie intonate alle caratteristiche dei tre diversi giorni. Il primo giorno corrisponde al 'girone delle manie': tra le molte sevizie, primeggia quella di costringere i prigionieri a mangiare a quattro zampe, nudi, latranti come dei cani, bocconi di cibo gettati in terra o nelle ciotole, alcuni dei quali riempiti di chiodi.

Segue il 'girone della merda', in cui tutti sono obbligati a cibarsi delle proprie feci, appositamente raccolte  durante il giorno.

Infine il 'girone del sangue', quando in un'orgia progressiva di torture, amputazioni ed uccisioni, i 'Signori' si prodigano in balletti isterici e atti sessuali necrofili sulle loro vittime, portando all'apoteosi il loro sentimento di disprezzo del mondo.

 

In una autointervista sul “Corriere della Sera” Pasolini scrive: 
"Il sesso in Salò è una rappresentazione, o metafora, di questa situazione: questa che viviamo in questi anni: il sesso come obbligo e bruttezza... 
Oltre che la metafora del rapporto sessuale (obbligatorio e brutto) che la tolleranza del potere consumistico ci fa vivere in questi anni, tutto il sesso che c'è in Salò (e ce n'è in quantità enorme) è anche la metafora del rapporto del potere con coloro che gli sono sottoposti. In altre parole è la rappresentazione (magari onirica) di quella che Marx chiama la mercificazione dell'uomo: la riduzione del corpo a cosa (attraverso lo sfruttamento). Dunque il sesso è chiamato a svolgere nel mio film un ruolo metaforico orribile..."

 

 

 

 

 

 

Foto 50x70

 

Locandina 33x70

 

 

 

 

Locandina 33x70 - Riedizione

 

 

 film di Pasolini