La Cinematografia nel Nord Italia |
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La trama: la storia si svolge nel ferrarese, nella bassa padana. Gino, un giovane senza lavoro, giunge presso l'osteria del paese e viene assunto dal vecchio proprietario. Tra Gino e la moglie del padrone, Giovanna, nasce presto una relazione; ma Giovanna non vuole, per convenienza, abbandonare il marito e Gino decide di andar via, ad Ancona, dove cerca di rifarsi una nuova vita con un nuovo amico, lo Spagnolo. Un giorno, casualmente, Gino incontra Giovanna e il marito e, invitato a ritornare al vecchio lavoro, accetta. Tra i due amanti si riaccende la passione e sulla via del ritorno, simulando un incidente, uccidono il marito. La vita con Giovanna è turbata dall'ossessione del delitto; lo Spagnolo, giunto all'osteria in cerca di Gino, dopo un litigio lo denuncia alla polizia quale autore del delitto; i due amanti, ricercati dalla polizia, fuggono in auto, ma in un incidente Giovanna muore e Gino viene arrestato.
In Ossessione, primo film che affronta nelle vesti di regista, Visconti manifesta alcune predisposizioni naturali a raccontare in modo innovativo personaggi e storie prese dalla vita di tutti i giorni; come scriverà lo stesso Visconti sulla rivista Cinema nel settembre 1943: "Al cinema mi ha portato sopratutto l'impegno di raccontare storie di uomini vivi nelle cose, non le cose per sé stesse... Di tutti i compiti che mi spettano come regista, quello che più mi appassiona è dunque il lavoro con gli attori; materiale umano con il quale si costruiscono questi uomini nuovi che, chiamati a viverla, generano una nuova realtà, la realtà dell'arte". Questa attenzione all'umanità che lavora, che soffre, che cerca di riscattare le sue origini è l'elemento innovativo, un modo diverso di guardare alla realtà attraverso il cinema, anticipatore della poetica Neorealista. A ciò Visconti aggiungerà la sua sensibilità di artista e il suo modo di intendere la vita come qualcosa di avventuroso, lontano dalla quotidianità piccolo borghese; i suoi personaggi sono, per così dire, eccessivi, gli amori violenti, sovente è rappresentata la diversità che in questo caso riguarda la figura dello Spagnolo, velatamente omosessuale. Antonio Pietrangeli [22] trova in questo film un paesaggio fatto di strade "...su cui le automobili e gli uomini fittamente corrono, e dove un distributore di benzina può essere un orizzonte e una meta per tanta gente, e un’osteria fuori mano, una bettola, contenere l’inferno e il paradiso per il popolo.... venditori ambulanti e meccanici, prostitute e commessi di trattoria danno vita naturale alle innocenti esuberanze popolari, alle generosità improvvise e inestimabili del popolo, agli impulsi ossessivi dei violenti amori proletari, dei furori semplici e dei disastri della carne. Tutta un’umanità spoglia, scarna, avida, sensuale e accanita, fatta così dalla quotidiana lotta per l’esistenza e per la soddisfazione di istinti irrefrenabili. Una umanità che scatta a molla nell’azione, senza il mediato correttivo del pensiero, ma con quella spinta irruenta per cui desiderare e prendere costituiscono un unico atto spontaneo, al di qua del bene e del male. Creature semplici e senza colpa, anche nell’alone del male, della passione, del tradimento e del delitto, nel film una pietà giusta le avvolge e le protegge dall’alto e riscatta le loro colpe disperate".
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Ossessione (1943)
Regia: Luchino Visconti
Revisione Cinematografica: - La prima richiesta di Revisione è dell'8 maggio 1943, e la Revisione effettuata il 26 ottobre. Tra le due date avviene la deposizione di Mussolini e la costituzione della RSI. Non è noto l'esito della revisione. Certamente il film è proiettato in prima esclusiva per critici e personalità dello spettacolo in una rassegna nel marzo '43. In maggio, la proiezione del film in due sale cinematografiche di Ferrara (Visconti aveva scelto questa città quale set cinematografico per le riprese del suo film) viene sospesa per ragioni di censura politica. - In giugno il film viene una seconda volta censurato; ce ne dà notizia il critico Guido Aristarco sul [Corriere Padano del 27 giugno 1943]: "Ossessione di Luchino Visconti è stato, per la seconda volta, fermato dalla censura. Il foglio cattolico L'Avvenire d'Italia riferisce <Con lodevole provvedimento l’autorità competente ha deciso il ritiro del film dagli schermi bolognesi... (Ciò verrebbe ad) avvalorare e, nello stesso tempo, a suffragare i voti e i rilievi espressi contro una tale produzione cinematografica, in piena coincidenza, del resto, con quanto era sentito e proclamato dalla critica più avveduta e dalla coscienza degli spettatori consapevoli>". - La seconda Revisione del film, del 20 aprile 1944, autorizza la proiezione con la Nota "Nulla Osta rilasciato a Venezia dal Ministero della Cultura Popolare della Repubblica di Salò salvo esclusione dai titoli di testa dei nomi Luchino Visconti - Maestro Previtali e il taglio con la scena con le bandierine tricolori con lo stemma sabaudo (Luigi Freddi)". - La terza Revisione del 17 gennaio 1948 esprime parere favorevole senza alcun taglio.
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