Neorealismo e dintorni

 

 

 

 

Manifesti 50x70

 

Il formato 50x70 era tipico dei manifesti durante il periodo fascista.

I bambini ci guardano (1943)

 

Regia: Vittorio De Sica

 

Vittorio De Sica, attraverso gli occhi innocenti di Pricò, un bambino di sette anni, fa vivere nello spettatore i fatti che portano alla dolorosa dissoluzione della sua famiglia.

 

La Trama: : la madre del bambino è invaghita di un altro uomo e decide improvvisamente di abbandonare il marito, Andrea,  lasciandolo in una cupa disperazione, e il figlio. Dopo alcune esperienze  di soggiorno poco felici, prima presso una zia e successivamente presso la nonna, Pricò torna a casa gravemente ammalato. Questo fatto induce la madre a ritornare; ma è solo una breve parentesi; la donna decide di tornare dal vecchio amante e si allontana definitivamente dal marito e dal figlio. Andrea,  esasperato, dopo aver portato il piccolo in un collegio, decide per l'epilogo più drammatico: il suicidio.

La notizia della scomparsa del padre raggiunge Pricò in collegio, dove in presenza della madre, che ignora, abbraccia la fedele governante Agnese, per poi rinchiudersi, in solitudine, nella sua nuova dimora.

 

Il film viene considerato, analogamente ad Ossessione o a Quattro passi tra le nuvole, come uno dei precursori del Neorealismo. Nella realizzazione del film troviamo per la prima volta la coppia De Sica alla regia e Zavattini alla sceneggiatura.

De Sica porta sullo schermo la crisi di una famiglia, con una donna combattuta tra il marito e l'amante; questa figura, una adultera, è un elemento dirompente  per la cinematografia dell'epoca, fatta di commedie edulcorate (quelle dei "telefoni bianchi") o di vicende patriottiche; le coppie separate, l'infanzia infelice, l'omosessualità, l'adulterio, erano allora argomenti tabù.

Precorrendo quelli che saranno alcuni dei canoni del Neorealismo, De Sica mostra la la realtà del mondo così com'è, nei suoi ambienti e nei personaggi che li popolano: ci sono le strade di Roma, piene di una umanità chiassosa e cordiale, il collegio con i suoi saloni austeri e  deserti,  un mondo chiuso in sè stesso, la spensieratezza estiva in una spiaggia alla moda; c'è la descrizione degli ambienti piccolo borghesi del tempo, la sartoria della zia o la casa in campagna della nonna, con i pettegolezzi e i sotterfugi che il piccolo osserva incuriosito; c'è la gente comune che spudoratamente s'intromette in vicende tanto delicate con un chiacchiericcio malizioso. Tutta la vicenda è dominata dalla prematura scoperta che Pricò fà del mondo che lo circonda, il mondo degli adulti: scoperta resa tanto più toccante ed emozionante grazie ad un appropriato uso dei primi piani che trasferiscono allo spettatore la sorpresa, le emozioni e i dolori del protagonista.