Neorealismo e dintorni

Adultera (1945)

Regia: Duilio Coletti

La Trama: una contadina accetta per ambizione di sposare un ricchissimo ma rozzo ed anziano possidente e lascia il proprio fidanzato che abbandona il paese. L'unione però non è felice e dopo qualche anno il marito rimprovera alla donna di non avergli dato neanche un figlio e la minaccia di diseredarla in caso di morte. Frattanto ritorna in paese l'ex fidanzato e tra i due si accende una insanabile passione che porta all'adulterio. Ben presto dalla relazione illecita nasce un figlio ed il marito, ignaro della tresca, indice grandi festeggiamenti. Ma il giovanotto non vuole adattarsi alla finzione ed esige che essa ed il bambino fuggano con lui. Di fronte al suo rifiuto, svela la verità al marito il quale per vendicarsi lo uccide selvaggiamente. La donna ossessionata dal rimorso impazzisce.

 

" È tra i rari film di produzione italiana che tendono ad una autenticità di contenuto e ha un rinnovamento sul piano, tipicamente nazionale, del dramma rusticano a tinte regionalistiche. Fino a che punto la realizzazione si mantenga all'altezza delle intenzioni non siamo purtroppo in grado di dire, dato che l'edizione presentata al pubblico non è, in confronto dell'originale, che un susseguirsi di scene incomplete, spesso prive delle necessarie premesse e dei relativi sviluppi. Il film è stato generosamente emendato, giacché nell'Italia teoricamente democratica e di fatto repubblicana esiste una censura cinematografica che, dall'iniziale liberalità ha già raggiunto e oltrepassato.... il più ottuso e ipocrita moralismo di marca fascista " [Anonimo,"Cinemundus", luglio 1946].

 

Il film originale è in effetti introvabile e anche le recensioni critiche sono molto scarse. Coletti, nel nuovo clima di Realismo cinematografico, affronta un argomento che era stato considerato un tabù nella cinematografia di Regime, quello dell'adulterio; questo tema costituisce il filo conduttore in pochi film realizzati in quel periodo, come in Ossessione o in I bambini ci guardano. Ma nella nuova Italia repubblicana le cose non vanno meglio...

Nastro d'argento 1945-46 conferito a Clara Calamai dal Sindacato nazionale dei giornalisti cinematografici italiani(SNGCI) per la sua interpretazione. Molto bello il manifesto realizzato da Martinati che rievoca la conclusione della vicenda.

 

 

Manifesto 70x100