Neorealismo e dintorni |
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I figli della laguna - La vita semplice (1945-46) Regia: Francesco De Robertis
Manifesto 70x100
Il manifesto con il titolo originario, senza alcuna indicazione circa la produzione e distribuzione e con il nome del secondo regista De Robertis, risente della transizione dovuta alle vicissitudini del film. La versione, definitiva utilizzata per pubblicizzare la pellicola, riportata a lato, è stata realizzata ricoprendo la parte inferiore del manifesto con il titolo prescelto.
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La Trama: in un cantiere per gondole, a Venezia, lavorano Marco, il proprietario, e suo figlio Toto. Un affarista trasferitosi a Venezia con i figli, Andrea e Migia, vuole acquistare il cantiere, anche grazie ad alcune cambiali di Marco scadute, per demolirlo e farne una speculazione. Ma gli amici gondolieri e tutta la gente semplice del posto si oppone al progetto, ritenendo prioritario salvaguardare i valori della tradizione e della morale. Il progetto va in fumo grazie alla loro protesta e all'idillio nato nel frattempo tra Toto e Migia.
La pellicola I figli della laguna si annovera tra i film della Repubblica di Salò. La lavorazione del film, iniziata nel 1945 con la regia di Piero Costa, fu interrotta con la caduta della Repubblica Sociale Italiana e ripresa successivamente da Francesco De Robertis con il titolo La vita semplice; il film uscì nelle sale a fine 1946 distribuito dalla Scalera film. Il regista Francesco De Robertis, molto attivo durante il fascismo e sopratutto nel periodo bellico (cfr. La nave bianca), finita la guerra entra a far parte del movimento neorealista. Anche questo film, il suo primo dopo la caduta del regime fascista, è caratterizzato da lunghe riprese all'aperto e dall'utilizzo di attori non professionisti, per acquisire maggiore spontaneità e dare alle vicende narrate un tono documentaristico; al di là delle vicende dei protagonisti, I figli della laguna è un film sul mondo del lavoro, quello particolare degli artigiani fabbricanti di gondole tra le calli di Venezia.
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