Neorealismo e dintorni

La trama: alcune centinaia di ragazze, attirate da una offerta di lavoro, come dattilografa, affluiscono da tutta Roma presso la sede della ditta e in attesa del colloquio si affollano lungo la scala dello stabile ove ha sede. La pressione della folla ed il tentativo di una delle ragazze di passare avanti le altre provoca all'improvviso il crollo della scala. Molte ragazze rimangono ferite leggermente, altre gravemente, mentre una, malgrado un pronto intervento chirurgico, muore. L'incidente riporterà molte di loro alla precedente quotidianità, altre prenderanno decisioni che avevano fino ad allora rimandate: una ragazza troverà la forza di lasciare la famiglia per seguire l'innamorato, una  servetta maltrattata ritornerà al suo paesello, una giovane prostituta non può più nascondere la sua condizione. Una sola ragazza, a notte inoltrata, è ancora lì, davanti al portone, aspettando che venga il mattino: "Il posto non è ancora stato assegnato," dice, "forse domani c'è speranza".

 

Il regista trae spunto da un fatto di cronaca documentato da Elio Petri, allora giornalista de l'Unità e in questo lavoro collaboratore alla regia.

Nonostante i toni siano pacati e il regista si tenga lontano da ogni facile speculazione di tipo sociale, il film rappresenta una forte denuncia del sistema politico-sociale; la denuncia è indiretta nella rappresentazione impietosa di alcuni personaggi della classe media-alto borghese: il ragioniere che cerca la dattilografa, il padrone della casa malandata, i ricchi genitori della giovane innamorata, l'architetto, il datore di lavoro che ha messo in cinta la propria impiegata, ecc.; ma è anche diretta nella critica al sistema sanitario, l'ospedale, che richiede a ciascun ricoverato il pagamento delle cure mediche prestate, ben 2300 lire al giorno, creando un fuggi fuggi generale; è solo del 1978 la legge che estende le cure gratuite a tutti i cittadini indigenti.

A questa denuncia si affianca l'analisi della società italiana di quegli anni; è il periodo in cui l'Italia sta tornando alla normalità e il lavoro è una delle conquiste più ambite e, nel caso specifico, è ambito da donne che, ciascuna con le proprie motivazioni, cercano di conquistare la propria indipendenza economica, simbolo in quegli anni di indipendenza e riscatto sociale più generale. Ma è solo una illusione: la donna lavoratrice è ancora sospesa in uno stato di emarginazione, soggetta a sfruttamento e ricatti da parte maschile; per l'emancipazione dovrà passare ancora molto tempo!

Accanto a questi temi, diciamo così politici, c'è una mirabile descrizione del mondo delle ragazze: le loro esperienze, le loro speranze, le loro diversità; in questa varietà c'è tutta l'Italia del dopoguerra: le ragazze di campagna venute in città a far le cameriere, le madri di famiglia, le prostitute, le mogli di disoccupati, le donne prima benestanti ora divenute povere, ...

Il film è uno dei più rappresentativi del movimento Neorealista, anche se non tutti i canoni formali sono rispettati: il palazzo del crollo e la piazza antistante sono interamente ricostruite in studio, il cast degli attori è costituito da un corposo gruppo di professionisti.

 

Roma ore 11 (1952)

 

Regia: Giuseppe De Santis

 

 

 

Locandina 33x70

 

 

 

Foto 50x70