Neorealismo e dintorni

Amore in città (1953)

 

Regia: Carlo Lizzani, Michelangelo Antonioni, Dino Risi, Federico Fellini, Francesco Maselli e Cesare Zavattini, Alberto Lattuada

 

 

La trama: sono sei gli episodi che costituiscono il film. Questi episodi sono preceduti da una serie di brevissimi spot nei quali due innamorati si scambiano quelle frasi di circostanza che la relazione del momento suggerisce. Questa 'introduzione' non è firmata da alcun regista

Gli episodi: 

 

- 'L'amore che si paga' di Carlo Lizzani; interviste con alcune prostitute. Dalle risposte si evince la loro storia, la loro condizione attuale e cosa pensano;

 

- 'Tentato suicidio' di Michelangelo Antonioni; serie di interviste con protagonisti di tentati suicidi per motivi di ragioni sentimentali, come genericamente vengono definiti;

 

- 'Paradiso per 4 ore' di Dino Risi; l'episodio descrive l'ambiente delle sale da ballo dei quartieri periferici, frequentate dalle domestiche durante il permesso domenicale;

 

- 'Agenzia matrimoniale' di Federico Fellini; l'episodio descrive l'attività di un'agenzia matrimoniale, cercando di spiegare lo stato d'animo di quelle ragazze che, pur di sposarsi, sono disposte a contrarre matrimoni destinati ad essere sicuramente infelici;

 

- 'Storia di Caterina' di Francesco Maselli e Cesare Zavattini; la storia vera di una giovane domestica, Caterina che, priva di mezzi, abbandona nell'aiuola di un giardinetto il figlio, frutto di un amore illegittimo; pentitasi del suo gesto dovrà fare i conti con i rigori della legge;

 

- 'Gli italiani si voltano' di Alberto Lattuada; sottolinea in maniera ironica il vezzo tipicamente italiano di seguire con lo sguardo le belle donne che passano per strada.

 

L’episodio più alto e toccante è senza dubbio la Storia di Caterina’, che racconta la vicenda di una povera ragazza ancora una volta sedotta e abbandonata, respinta dalla famiglia come disonorata, impossibilitata a mantenere da sola il ‘figlio della colpa’ e perciò costretta ad abbandonarlo. La forza dell’episodio sta nell’interpretazione da parte della  stessa ragazza che fu protagonista della vicenda, straordinariamente espressiva, nella sceneggiatura rigorosa scritta dallo stesso Zavattini, nella regia di Francesco Maselli, che coraggiosamente fa adeguare la macchina da presa ai tempi reali della vita quotidiana anziché alle logiche del montaggio del cinema classico; l'episodio costituisce certamente uno dei momenti culminanti della poetica neorealista, di cui Zavattini fu uno degli interpreti più rappresentativi.

 

 

Interessante la recensione di Gianni Rondolino [20]: "E' una delle esperienze più avanzate tentate da Zavattini per portare il Neorealismo alle sue conseguenze estreme e anticipa di una decina di anni i tentativi di cinema-verità odierni. Sopratutto nell'episodio di Caterina Rigoglioso, diretto da Maselli, la pretesa di documentare la realtà nel suo farsi giunge fino a costringere una ragazza sfortunata che ha abbandonato la sua creatura a ricostruire davanti alla macchina da presa i fatti e i sentimenti che la portarono a compiere l'atto inconsulto. Aderenti a questo spirito di verità e di documentazione sono gli episodi di Antonioni e Lizzani, rispettivamente sui suicidi mancati e sulle prostitute; mentre più svagati e personali appaiono quelli diretti da Fellini ... da Lattuada ... e da Risi.... Film non facilmente catalogabile, con evidenti scompensi, ma ricco di suggestione  e di episodi illuminanti, Amore in città segna una tappa importante nell'evoluzione della poetica zavattiniana e, al tempo stesso, il punto d'arrivo di una esperienza cinematografica che aveva ormai esaurito le sue possibilità di rappresentazione del reale".

 

 

Il film rappresenta inoltre uno straordinario documento sulla Roma degli anni '50: dal centro storico alla periferia più lontana e degradata, dai quartieri eleganti a quelli popolari, dai lungotevere ai dintorni della Stazione Termini, gli esterni e gli interni delle case, la campagna circostante e i paesi contadini della cintura; ma anche sugli aspetti più minuti della vita quotidiana nella città, soprattutto quella delle classi più popolari. Questo realismo, unitamente alla scelta per alcuni episodi di attori non professionisti, fa di questa realizzazione uno degli ultimi esempi di film neorealista.

 

Il film nasce da un'idea di Cesare Zavattini che ne cura il soggetto e la sceneggiatura oltre che  la lavorazione di uno degli episodi, la 'Storia di Caterina'; ma più che una successione di episodi questa realizzazione voleva essere un periodico di inchieste giornalistiche filmate, primo numero de 'Lo spettatore', rivista cinematografica semestrale. Nelle intenzioni di Zavattini il film, portando sullo schermo l'attualità (questo primo numero è una indagine condotta in una grande città, Roma, su fatti/vicende che scaturiscono da sentimenti d'amore, amore inteso nella sua accezione più ampia), avrebbe dovuto rinnovare il discorso neorealista, ormai al tramonto. Ma l'insuccesso dell'iniziativa decretò la fine dell'esperimento.

 

 

 

Manifesto 100x140

 

 

 

 

Particolare

 

 

Locandina 33x70 - Riedizione 1963

 

Particolare questa riedizione del film del 1963 visto l'insuccesso registrato alla sua prima uscita nel 1953. Probabilmente si è trattato di un tentativo motivato dalla moda dei "film documentario" particolarmente in voga nella prima metà degli anni '60.