Neorealismo e dintorni

 

 

Manifesti 50x70

 

L'opportunità della suddivisione del film in due parti, con titoli differenti, dovrebbe essere emersa a film ultimato, immediatamente prima della presentazione e proiezione in pubblico, e ciò è comprovato dal fatto che in uno dei manifesti, sul titolo originario, è stata aggiunta una striscia con il sottotitolo di Ritorno al nido, II° episodio di Senza Famiglia

 

Senza famiglia - Ritorno al nido (1944)

 

Regia: Giorgio Ferroni

 

Giorgio Ferroni fu un attivo documentarista durante il regime fascista, tanto da essere nominato nel 1940 direttore del reparto documentari dell' Istituto Luce. Nello stesso anno gira il suo primo lungometraggio e, dopo l'8 settembre 1943, è uno dei registi che aderisce alla Repubblica di Salò e raggiunge il Cinevillaggio a Venezia.  Qui a partire da metà maggio 1944 presso gli stabilimenti della Scalera, alla Giudecca, realizza questo film, ispirato all'omonimo romanzo di H. Malot. Alla sua pubblica uscita il film viene presentato nelle sale suddiviso in due parti, Senza famiglia e Ritorno al nido, le cui proiezioni avvengono a giorni alterni [da un ricordo di Luciano De Ambrosis raccolto da Armando Giuffrida, n.d.r.]. E' uno dei rari film di Salò che venne distribuito regolarmente anche a conflitto finito.

 

Revisione cinematografica:

- Nulla Osta del Ministero della Cultura Popolare di Salò del 26 luglio 1944

- Seconda revisione del 16 gennaio '46; la Nota interna del Ministero recita:" Il lavoro, prodotto a Venezia durante l'occupazione nazi-fascista non presenta alcun riferimento al particolare momento in cui la pellicola è stata realizzata....Il film può essere autorizzato a circolare"

 

La Trama: il piccolo Remigio, abbandonato dalla sua ricca famiglia, viene affidato ad una coppia di contadini, che lui crede siano i veri genitori. Il presunto padre, stanco del bambino, lo vende ad un suonatore ambulante, che lo porta in giro per il paese, in cerca di elemosine. Il bimbo trascorre così una vita in povertà ma spensierata.

Un giorno Remigio incontra inconsapevolmente la sua vera madre, ma uno zio, che mira ad essere l'unico erede della famiglia, fà scomparire il piccolo rinchiudendolo in un riformatorio.

Nella seconda parte il suonatore ambulante, affezionato al ragazzo, scopre gli intrighi dello zio e il luogo ove è rinchiuso Remigio. Riesce così a farlo evadere riportandolo dal contadino a cui era stato affidato; finchè un bel giorno viene invitato a casa di una ricca signora: è la madre che, smascherato lo zio, è riuscita a ritrovare il figlio.