Neorealismo e dintorni |
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La trama: Giuseppe, muratore romano, decide di lasciare l'Italia per trasferirsi in Argentina insieme alla moglie Adele e alla figlia Maria; il padre e la figlia sono pieni di entusiasmo mentre Adele, non più giovane e prossima a divenire madre, parte a malincuore. Giunto a destinazione, Giuseppe si mette subito al lavoro in un cantiere edile; il giovane direttore del cantiere, un ingegnere argentino, conosce la figlia e se ne innamora. Adele, però, soffrendo di nostalgia insiste per tornare a Roma e Giuseppe finisce, a malincuore, per rassegnarsi a quest'idea, decidendo di accontentare la moglie. Intanto però le cose cambiano: Giuseppe, con l'aiuto degli italiani d'Argentina, aveva avviato la costruzione di case per gli immigrati e all'inaugurazione di queste vengono riconosciuti i suoi meriti. Così anche Adele cambia idea: la famiglia resta in Argentina e la ragazza sposa l'ingegnere.
Dopo Fuga in Francia questo è il secondo film che tratta il tema dell'emigrazione, e lo fa in maniera completa, evidenziandone tutte le problematiche umane e sociali. In Fuga in Francia assistiamo ad un episodio di emigrazione clandestina di alcuni lavoratori, singoli individui che intendono attraversare il confine sfuggendo alle guardie preposte alla sorveglianza; nel film di Fabrizi c'è invece la decisione, consapevole e sofferta, di un'intera famiglia di emigrare in un paese lontano in cerca di una nuova vita e, se più fortunata, di una nuova patria; e in questa ricerca emergono le varie sensibilità personali dei protagonisti che, generalizzando, rappresentano i sentimenti che aleggiano nella moltitudine degli emigranti : Adele che, avendo partorito sul piroscafo che la porta in Argentina, non si rassegna a che il piccolo riceva la nazionalità di quel paese e insiste nel tornare a Roma; Maria che, innamoratosi del giovane ingegnere argentino, affronta felice la sua nuova vita; Giuseppe che tenacemente, con il proprio lavoro, si conquista la stima dei residenti. E' un taglio neorealista quello che Aldo Fabrizi da a questo film, il primo da lui diretto, anche se è un neorealismo stemperato, che ben riflette il carattere bonario dell'attore-regista. Il film ruota attorno alla vicenda melodrammatica di questa famiglia, ma sono molteplici gli aspetti di crudo realismo che il regista ci mostra: le schedature, i controlli sanitari, i disagi della navigazione (i famosi dormitori di terza classe, uomini e donne separati), i fortunosi alberghi di accoglienza all'arrivo in attesa che ciascuno possa permettersi un alloggio tutto per sè; in un breve flash compare anche la tragedia dei profughi istriani di Pola. Dicevamo che si tratta di un realismo stemperato: alla descrizione dei fatti non segue una protesta, una denuncia sociale o men che meno una ribellione, ma una pacifica rassegnazione e una cristiana fiducia nel futuro; il lieto fine è assicurato per tutti.
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Emigrantes (1949)
Regia: Aldo Fabrizi
Locandina 33x70
decisione di
Foto 35x50
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