Neorealismo e dintorni

Pane amore e fantasia (1953)

 

Regia: Luigi Comencini

 

 

Trama: a Sagliena, piccolo paese dell'Italia centrale, il nuovo maresciallo dei carabinieri, Antonio Carotenuto, fa la conoscenza di Maria, soprannominata "la Bersagliera", una ragazza semplice e bella, oggetto di attenzione da parte di tutti i maschi, e fa la corte ad Anna, l'ostetrica, donna attraente ma molto riservata. La Bersagliera è innamorata di Pietro, un giovane e timido carabiniere, che, impacciato, non sa come ricambiare questa simpatia. La madre della ragazza, a cui non dispiacerebbe che la figlia si fidanzasse con il maresciallo, cerca di compromettere i due combinando loro un incontro in un luogo appartato; ma all'incontro si presenterà Pietro, sollecitato dal maresciallo che si è accorto della reciproca simpatia dei due giovani. Il maresciallo intanto si dichiara con Anna, e in occasione della festa del paese tutti possono vedere le due nuove coppie di innamorati.

 

Il film raccolse innumerevoli riconoscimenti internazionali, fu campione di incassi nella stagione 1953-54 e lanciò il regista Comencini.

La critica non fu concorde nei giudizi; si riconobbe, in modo quasi unanime, una similitudine con Due soldi di speranza di Renato Castellani del 1951 e molte critiche si svilupparono in un confronto, in positivo o in negativo, tra i due film; uno dei giudizi più negativi fu quello di Guido Aristarco che parlò del film come di un "figlio sviato di Due soldi di speranza", criticando il fatto che anche i pochi elementi di Neorealismo presenti nel primo fossero spariti nel secondo. Abbastanza equilibrata sembra una recensione del film di Alberto Moravia [14] del 1954:

"Sarebbe stato facile prevedere fin dagli inizi l'evoluzione che in effetti poi ha subito e sta subendo il Neorealismo. Partito dal documentarismo lirico, dall'oggettività polemica, dal grido di dolore del dopoguerra, esso doveva inevitabilmente approdare alla commedia o al dramma di caratteri e d'intreccio, sia pure conservando alcuni caratteri originari, come la preferenza per la gente umile e gli ambienti popolari, il dialetto, la fotografia all'aria aperta, le determinazioni sociali ed economiche.....L'Italia non è soltanto il paese della tradizione umanistica, è anche quello della tradizione dialettale, forse la più viva d'Europa. Goldoni, Belli, Porta, Di Giacomo, per non citare che i maggiori, testimoniano la grandezza e vitalità di questa tradizione. Il Neorealismo, nella sua ricerca di verità umana e sociale, non poteva non imbattersi nella letteratura dialettale. In questo senso, Due soldi di speranza, di Castellani.... segnò il passaggio dal film neorealista originario alla commedia in dialetto. Ossia il passaggio da un'autenticità di documentazione e di contenuto ad un'autenticità d'arte e di linguaggio....(E Pane, amore e fantasia può essere considerato, n.d.r.) un genere addirittura classico, che ci riporta molto indietro, a prima del naturalismo, alla commedia di tradizione".

 

 

 


 

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