Neorealismo e dintorni

La paura (1954)

Regia: Roberto Rossellini

 

 

La trama: Irene, sposata con Albert e dirigente di una industria farmaceutica tedesca, in cura per problemi psichici, ha da tempo una relazione con un amante; ma è tormentata da profondi sensi di colpa nei confronti del marito e vorrebbe troncare la relazione. Il marito in realtà ne è già al corrente e con uno stratagemma, la complicità di una ex fidanzata dell'amante della moglie, cerca di costringerla a confessare; Irene sempre più angosciata si rende conto di essere al centro di un complesso intrigo.

 

E' l'ultimo film del binomio Rosselli-Bergman ed è il film che conclude il periodo più esistenziale del regista iniziato con Stromboli, terra di Dio. Anche in questo film il regista coglie il dramma di una donna combattuta tra l'amore e il dovere,  nei suoi momenti più intimi, e lo fa in una maniera più cupa e pessimistica del solito; probabilmente incide sul suo stato d'animo il rapporto in via di dissoluzione con la Bergman.

Rossellini ambienta la vicenda nella Baviera del secondo dopoguerra e ritorna a ragionare su una nazione e un popolo su cui si era già soffermato in Germania anno zero del 1947. Ma adesso mostra uno scenario decisamente diverso: il boom economico ha mutato la vita dei tedeschi ma, sottintende il regista, un cambiamento vero e profondo può avvenire soltanto con una ammissione piena delle proprie responsabilità. Il regista si muove così su due piani: quello collettivo, di un popolo, e quello individuale, della protagonista.

 

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