Neorealismo e dintorni

Due soldi di felicità (1955)

Regia: Roberto Amoroso

 

 

 

Manifesto 100x140

Roberto Amoroso in questo film, l'unico della sua carriera da regista, acquisisce ed elabora spunti tratti da due precedenti film, Due soldi di speranza di Renato Castellani (1951) e Pane, amore e fantasia di Luigi Comencini (1953).


Trama:
in un piccolo paesino campano la ricca Carmela ama il giovane e povero Sandro che vorrebbe diventare un cantante di successo. Così questi si trasferisce a Napoli e si mette in affari con una scalcinata compagnia di rivista, finanziandone lo spettacolo d’esordio (con i denari di Carmela). Nel frattempo si lega ad Alba, la soubrette dello spettacolo, mentre Carmela, dopo avere assecondato le ambizioni del fidanzato, aspetta il suo ritorno al paese. Lo spettacolo fallisce, Sandro ritorna e fa pace con Carmela.


Il film è piacevole, la descrizione del mondo della rivista è brillante, il ritratto della paesana volitiva è veritiero, come pure quello del paesino rurale dove tutti sanno tutto di tutti e si vive come in una grande famiglia, litigiosa e attraversata da invidie antiche e consolidate.
Il regista riprende l’idea neorealistica dell’ambientazione paesana, tra le vie e la gente reale dei piccoli borghi di provincia; ha però sostituito le storie crude e prive di speranza dei maestri neorealisti con le spigliate e amorose problematiche di una gioventù poco propensa a piangersi addosso. Il risultato è uno spettacolo godibile, positivo nel suo complesso, pur non nascondendo la miseria diffusa ma senza volerne addossare la responsabilità ad un sistema sociopolitico da cambiare. Questo è uno di quei film che i critici del tempo avrebbero stroncato, etichettandolo come appartenente alla corrente del Neorealismo rosa.