Nasce a Torino il 14 luglio 1936.
La prima apparizione dell’attrice dovrebbe essere stata in un una piccola parte del film di Mario Costa del 1953, Perdonami, con Raf Vallone ed Antonella Lualdi, ma l'attrice in una intervista sconfessa tale partecipazione. Il primo film di rilievo è quindi Cuore di mamma (1954) di Luigi Capuano; seguono alcune più modeste interpretazioni, Le diciottenni e Ragazze d’oggi (1955), Maruzzella (1956) e sempre nel 1956 Le schiave di Cartagine, un film del genere avventura, ambientato in un improbabile impero romano, molto lontano dal genere commedia sentimentale / brillante che caratterizzerà tutti i film dell’attrice. La notorietà arriva grazie a Dino Risi con Poveri ma belli (1956), in cui interpreta Giovanna, una ragazza che gioca con gli uomini, Maurizio Arena e Renato Salvatori, conscia della propria prorompente bellezza. Questo suo personaggio riscuote un grandissimo successo: è un nuovo tipo di donna “moderna”, in apparenza spregiudicata e spigliata con gli uomini, che, grazie alla sua malizia ed avvenenza, cerca di uscire dai soffocanti confini della vita familiare e di conquistare la propria libertà sessuale. Siamo a metà degli anni cinquanta e l’attrice interpreta le aspirazioni delle donne ad una maggiore indipendenza e visibilità sociale, anche se rimane in fondo ancorata ai solidi principi morali di una società piccolo-borghese. Sono questi anni di transizione: le protagoniste dei film non sono più eroine tragiche, ma fanciulle belle e di belle speranze, indipendenti sì ma in cerca del giovane da sposare; sono espressioni di un’Italia che vuole superare gli anni difficili descritti dal Neorealismo prima maniera e si avvia alla ricostruzione e al benessere economico; Marisa Allasio interpreta la protagonista tipica di quegli anni, del così detto “Neorealismo rosa” che apre alla cinematografia nostrana la strada della “Commedia all’italiana”.
Le successive interpretazioni ripropongono lo stesso personaggio: Marisa la civetta (1957), una commedia di Mauro Bolognini che, con la sceneggiatura di Pier Paolo Pasolini, porta nel film una ambientazione più rivolta alla realtà di certi ambienti sociali, i ferrovieri e i militari; Susanna tutta panna (1957) il cui titolo si riferisce ad una pasticciera depositaria di una ricetta segreta di torta alla panna; Belle ma povere, un seguito al femminile del precedente film di successo e ancora Arrivederci Roma e Camping sempre nel 1957. Partecipa a pochi altri film, in cui rimane fedele al proprio personaggio: Carmela è una bambola e Venezia la luna e tu (1958), e quindi, sposatasi, abbandona definitivamente il cinema.